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A volte mi sento come una lupa che ulula alla luna. Disperata. Disperante. Una lupa che lancia verso il cielo la sua angoscia. Eppure non si arrende.

venerdì 25 ottobre 2013

Se Angela Merkel indossa la stessa giacca.

Diciamo la verità: leggere un quotidiano oggi rappresenta un'impesa titanica. Se da un lato l'offerta, oltre che cartacea, anche online, facilita la fruizione, dall'altro la qualità ed i contenuti delle notizie rendono difficoltosa la lettura. A parte il fatto, poi, che si è persa una certa ritualità, che la lettura del quotidiano implicava e che scandiva le ore della giornata. A Palermo, ricordo, c'era Il Giornale di Sicilia , al mattino, che si leggeva al bar, davanti un buon caffè, si commentava con amici e colleghi e L'Ora, che usciva la sera e richiedeva una comoda lettura in poltrona, aspettando che la cena fosse in tavola o dopo cena, insieme ai propri cari. La distinzione aveva anche una sua colorazione e collocazione politica: democristiano Il Giornale di Sicilia, nettamente di sinistra L'Ora. Adesso, avviluppati nel vortice nella corsa frenetica, del quale le nostre esistenze non potrebbero fare a meno, leggiamo rapidamente, a volte già distratti e proiettati con la mente alla cosa che ci accingiamo a fare dopo la lettura, che non è la riflessione o il relax : niente più riti, dunque, e neppure il piacere, che deriva dalla lettura di un buon articolo. Peraltro sempre più rari. Ci capita sovente di leggere articoli che non rispondono agli interrogativi del lettore, lasciandolo nel crogiuolo di insanabili dubbi; stilisticamente grossolani e arrazzonati, tanto da rendere incromprensibile il contenuto e chissà che non sia proprio quello il diabolico fine. Per non parlare dei refusi, diventati ormai sempre più frequenti e fastidiosi. Non riesco ad immaginare la frustrazione e l'amarezza di chi svolge ancora questo mestiere con passione. Discorso a parte e particolare approfondimento meriterebbe poi la questione della garanzia di pluralità. La globalizzazione spiazza anche il cronista più appassionato. Le notizie in serie , omologate, implotonate delle agenzie, vengono servite, come in un fast food: rapidamente e senza rispetto per i nostri stomaci, per quanto forti essi siano. Il linguaggio evolve è vero, ma temo che quella nel settore giornalistico sia più un'involuzione e non tanto per l'assenza di grandi firme paragonabili a quelle di qualche tempo fa, piuttosto perchè si ha la sensazione che nessuno abbia più molto da dire, e quel poco non sa bene come dirlo. Cresce parallelamente la disaffezione alla lettura e la volontà di leggere notizie che sembrano uguali a quelle di ieri, giusto con una virgola in più o in meno. E non credo sia perchè ogni giorno Angela Merkel indossa la stessa giacca, solo diversa nel colore. Che sia ancora il Grande Fratello?